Resta che hai scritto la verità con estrema lucidità, resta che è dannatamente dura per chi resta. Resta che siamo umani, resta che più ti fai domande più ti chiedi quelli intorno che non se ne fanno come vivono. Resta che alle volte è più facile per noi cercare di sorridere ed essere empatici piuttosto che far capire a chi non ci è arrivato perchè non ci è arrivato. Resta che purtroppo le rivoluzioni le fanno quelli che non vivono sul divano "birra, patatine e tv" che sono gli stessi che si fanno poche domande e io me ne faccio sempre troppe.
Volevo scrivertelo da perfetto sconosciuto quando ho ricevuto la prima email: "se ti va, ti ascolto al telefono in silenzio, senza commentare" poi mi son detto in fondo chi cazzo sono? Avrà tutti i suoi problemi da gestire piuttosto che rispondere a me.
Tempi duri generano uomini forti, uomini forti generano tempi felici. Tempi felici generano uomini deboli, uomini deboli creano tempi duri.
Non ti è di nessun aiuto, non risolve nessuno dei tuoi problemi, brindiamo alla vita, al coraggio e alla voglia di essere adulti\grandi e andare avanti nonostante le difficoltà.
Farsi poche o zero domande, a volte viene da invidarli... Io però continuo a credere che alla lunga, per noi e per gli altri, farsi domande sarà preferibile e significativo.
Poi capisco bene cosa dici ma alla fine anche con un commento si può fare qualcosa. Sembra banale ma non lo è. Dunque grazie 🙏
Tocca rileggerla 6 volte per metabolizzare così tante verità… grazie degli spunti, e grazie per non fare sconti e non girarci attorno. Lunga, lunghissima vita ai ribelli.
il dolore è un vestito stretto, cè chi ha il coraggio di allentarti il bottone rischiando di sentirsi dire di stare al prorpio posto, ma se ne frega e procede, chi non riesce a dirti di allentarlo tu stesso e chi trova il modo di farti sgonfiare quel poco che serve per darti respiro....la verità è che una cosa è certa, una mano lava l'altra, e se ci metti un po' di cuore e di testa riesci a produrre anche una sola goccia di sollievo che di certo non allevierà il dolore, ma aiuterà a chi lo vive a trovare il modo e il tempo di guardarlo in faccia per riuscire prima o poi a metabolizzarlo
Sai Davide, io ho perso il mio Davide quando avevo 22 anni. Troppo giovane e pura per affrontare un lutto così profondo. Ho vissuto nel baratro della disperazione e dell'incredulità per mesi e anni, e no, non passa del tutto. Si trasforma. Oggi ho 48 anni , ho la mia famiglia ma lui resta sempre e sempre resterà in un luogo speciale, per sempre. Quando tutto è successo ho avuto tanti amici accanto, amici che mi ascoltavano piangere fino alle 3 di notte, amici che mi portavano al mare, ai concerti, mentre non passava , ma mi accorgevo quello che lui mi aveva lasciato.... Oltre al vuoto ... Le persone che mi volevano stare accanto. E che oggi per me restano speciali anche se la vita ci ha allontanati per lavoro, famiglie, impegni etc. Io però sono stata anche dall'altro lato, dalla parte di chi per paura di sbagliare è stata lontana .... Lontana dalla sua famiglia.... Mi sentivo indegna di soffrire per la perdita del mio ragazzo perché la sua famiglia provava un dolore imparagonabile.... Avevo 22 anni... Non ero malvagia, ma incompetente, hai ragione. Non sapevo già come affrontare il mio lutto, figurati affrontare il dolore della sua famiglia..... Oggi sono passati 26 anni da quel maledetto giorno. Oggi mi sento con la famiglia, e presto andrò a trovarli e nonostante siano passati tutti questi anni.
Vi penso sempre. Siete dentro il mio cuore. Non ci conosciamo ma c'è un filo invisibile che lega le persone che hanno perso chi amano.... E posso capire molto dalle tue parole. Un abbraccio a tutti voi e alla mamma di Italia ❤️
Ciao Davide, noi non ci conosciamo…io provengo dal “gruppo” instagram, e proprio li qualche settimana fa ti inviai un messaggio in un giorno particolare (che per ovvi motivi non avrai letto) …sento perfettamente il senso delle tue parole….ma per me è più “facile” capirlo perché di dolore ne ho provato tanto…questo per dirti che è proprio vero che la gente non sa approcciarsi per la maggior parte delle volte ma non per cattiveria, ma perché il dolore degli altri è più difficile da affrontare…non tutti ce la fanno…io non ti conosco, sono una perfetta estranea per voi, eppure vi penso spesso…probabilmente perché “sento” il vostro dolore…in ogni caso aggrappati assolutamente a chi, nonostante non lo provi, lo vuole affrontare con te questo dolore, sono quelle le persone che contano, sono quelle le persone che vogliono esserci in qualsiasi modo.
Allora avevo ragione io quando volevo venire a fare colazione li da voi (da Roma) e mi è stato risposto (in romano) “ma ‘ndo vai che l’avevi vista ‘na vorta “.
Ho perso mio padre nel periodo in cui mi stavo sposando io avevo 25 anni e lui 59…ma non e’ questo che conta…volevo dirti che non avevo mai pensato a questo termine incompetenza per descrivere le azioni non giuste di tutte le persone che in quei momenti mi dicevano che per me ci sarebbero sempre stati..beh come qnd finisce uno spettacolo in teatro e si spengono le luci…io ho visto solo buio ed è stata dura capire che per rivederla quella luce dovevo cavarmela da sola…perché nessuno ama il dolore…la verità è questa…mi hai fatto riflettere con le tue parole e spero che quel prof quella mamma tutto fare continuino ad aiutarti senza che tu glielo chieda ❤️
Ultimamente leggo fino in fondo solo la tua newsletter delle tante a cui sono iscritta. Perché non vuoi vendere niente. E scrivi molto bene. E sei sincero... e non ci vai giù leggero. Grazie!
Oggi mi hai fatto emozionare, ho ripensato al funerale di mio padre, quasi 9 anni fa. Una mancanza che fa ancora male, anche se in modo diverso. Condivido le tue riflessioni, sono scappata anch'io di fronte al dolore di altri, quelli lontani dal mio cerchio stretto. Sono poche le persone per cui sono disposta a "ribellarmi" e spendermi sul serio, ma ci sono. E restano, preziose come l'aria.
Sai, spesso, tutte quelle frasi che ci sentiamo dire nei momenti terribili che viviamo in prima persona, sono frasi di semplice cortesia. Raramente c’è empatia. Passa poco tempo e le persone si sono “dileguate”, ritornano nella propria quotidianità. A noi resta l’incolmabile dolore della perdita. L’ho provato sulla mia pelle. Posso sbagliarmi, ma sono tutto troppo occupati e preoccupati della propria vita.
Ancora una volta hai trovato il modo di farmi riflettere su molte cose che riguardano l'animo umano. Quanto mi riconosco in quella paura di non fare la cosa giusta nella situazione che stai vivendo, finendo per non fare nulla.
Quante verità! Il non sapere cosa fare, cosa dire! La voglia di poter aiutare in qualche modo, ma la paura di essere invadenti! L'incapacità di capire un dolore così grande!
Resta che hai scritto la verità con estrema lucidità, resta che è dannatamente dura per chi resta. Resta che siamo umani, resta che più ti fai domande più ti chiedi quelli intorno che non se ne fanno come vivono. Resta che alle volte è più facile per noi cercare di sorridere ed essere empatici piuttosto che far capire a chi non ci è arrivato perchè non ci è arrivato. Resta che purtroppo le rivoluzioni le fanno quelli che non vivono sul divano "birra, patatine e tv" che sono gli stessi che si fanno poche domande e io me ne faccio sempre troppe.
Volevo scrivertelo da perfetto sconosciuto quando ho ricevuto la prima email: "se ti va, ti ascolto al telefono in silenzio, senza commentare" poi mi son detto in fondo chi cazzo sono? Avrà tutti i suoi problemi da gestire piuttosto che rispondere a me.
Tempi duri generano uomini forti, uomini forti generano tempi felici. Tempi felici generano uomini deboli, uomini deboli creano tempi duri.
Non ti è di nessun aiuto, non risolve nessuno dei tuoi problemi, brindiamo alla vita, al coraggio e alla voglia di essere adulti\grandi e andare avanti nonostante le difficoltà.
Farsi poche o zero domande, a volte viene da invidarli... Io però continuo a credere che alla lunga, per noi e per gli altri, farsi domande sarà preferibile e significativo.
Poi capisco bene cosa dici ma alla fine anche con un commento si può fare qualcosa. Sembra banale ma non lo è. Dunque grazie 🙏
Tocca rileggerla 6 volte per metabolizzare così tante verità… grazie degli spunti, e grazie per non fare sconti e non girarci attorno. Lunga, lunghissima vita ai ribelli.
il dolore è un vestito stretto, cè chi ha il coraggio di allentarti il bottone rischiando di sentirsi dire di stare al prorpio posto, ma se ne frega e procede, chi non riesce a dirti di allentarlo tu stesso e chi trova il modo di farti sgonfiare quel poco che serve per darti respiro....la verità è che una cosa è certa, una mano lava l'altra, e se ci metti un po' di cuore e di testa riesci a produrre anche una sola goccia di sollievo che di certo non allevierà il dolore, ma aiuterà a chi lo vive a trovare il modo e il tempo di guardarlo in faccia per riuscire prima o poi a metabolizzarlo
Sai Davide, io ho perso il mio Davide quando avevo 22 anni. Troppo giovane e pura per affrontare un lutto così profondo. Ho vissuto nel baratro della disperazione e dell'incredulità per mesi e anni, e no, non passa del tutto. Si trasforma. Oggi ho 48 anni , ho la mia famiglia ma lui resta sempre e sempre resterà in un luogo speciale, per sempre. Quando tutto è successo ho avuto tanti amici accanto, amici che mi ascoltavano piangere fino alle 3 di notte, amici che mi portavano al mare, ai concerti, mentre non passava , ma mi accorgevo quello che lui mi aveva lasciato.... Oltre al vuoto ... Le persone che mi volevano stare accanto. E che oggi per me restano speciali anche se la vita ci ha allontanati per lavoro, famiglie, impegni etc. Io però sono stata anche dall'altro lato, dalla parte di chi per paura di sbagliare è stata lontana .... Lontana dalla sua famiglia.... Mi sentivo indegna di soffrire per la perdita del mio ragazzo perché la sua famiglia provava un dolore imparagonabile.... Avevo 22 anni... Non ero malvagia, ma incompetente, hai ragione. Non sapevo già come affrontare il mio lutto, figurati affrontare il dolore della sua famiglia..... Oggi sono passati 26 anni da quel maledetto giorno. Oggi mi sento con la famiglia, e presto andrò a trovarli e nonostante siano passati tutti questi anni.
Vi penso sempre. Siete dentro il mio cuore. Non ci conosciamo ma c'è un filo invisibile che lega le persone che hanno perso chi amano.... E posso capire molto dalle tue parole. Un abbraccio a tutti voi e alla mamma di Italia ❤️
Ciao Davide, noi non ci conosciamo…io provengo dal “gruppo” instagram, e proprio li qualche settimana fa ti inviai un messaggio in un giorno particolare (che per ovvi motivi non avrai letto) …sento perfettamente il senso delle tue parole….ma per me è più “facile” capirlo perché di dolore ne ho provato tanto…questo per dirti che è proprio vero che la gente non sa approcciarsi per la maggior parte delle volte ma non per cattiveria, ma perché il dolore degli altri è più difficile da affrontare…non tutti ce la fanno…io non ti conosco, sono una perfetta estranea per voi, eppure vi penso spesso…probabilmente perché “sento” il vostro dolore…in ogni caso aggrappati assolutamente a chi, nonostante non lo provi, lo vuole affrontare con te questo dolore, sono quelle le persone che contano, sono quelle le persone che vogliono esserci in qualsiasi modo.
Un abbraccio ai bimbi ❤️
Allora avevo ragione io quando volevo venire a fare colazione li da voi (da Roma) e mi è stato risposto (in romano) “ma ‘ndo vai che l’avevi vista ‘na vorta “.
Lo penso sempre che devo fare come mi pare!
Ciao Davide
Ho perso mio padre nel periodo in cui mi stavo sposando io avevo 25 anni e lui 59…ma non e’ questo che conta…volevo dirti che non avevo mai pensato a questo termine incompetenza per descrivere le azioni non giuste di tutte le persone che in quei momenti mi dicevano che per me ci sarebbero sempre stati..beh come qnd finisce uno spettacolo in teatro e si spengono le luci…io ho visto solo buio ed è stata dura capire che per rivederla quella luce dovevo cavarmela da sola…perché nessuno ama il dolore…la verità è questa…mi hai fatto riflettere con le tue parole e spero che quel prof quella mamma tutto fare continuino ad aiutarti senza che tu glielo chieda ❤️
Ultimamente leggo fino in fondo solo la tua newsletter delle tante a cui sono iscritta. Perché non vuoi vendere niente. E scrivi molto bene. E sei sincero... e non ci vai giù leggero. Grazie!
Oggi mi hai fatto emozionare, ho ripensato al funerale di mio padre, quasi 9 anni fa. Una mancanza che fa ancora male, anche se in modo diverso. Condivido le tue riflessioni, sono scappata anch'io di fronte al dolore di altri, quelli lontani dal mio cerchio stretto. Sono poche le persone per cui sono disposta a "ribellarmi" e spendermi sul serio, ma ci sono. E restano, preziose come l'aria.
Grazie mille Barbara. Sono scappato tante volte anche io, scappiamo tutti, il punto è questo 🤷♂️
Sai, spesso, tutte quelle frasi che ci sentiamo dire nei momenti terribili che viviamo in prima persona, sono frasi di semplice cortesia. Raramente c’è empatia. Passa poco tempo e le persone si sono “dileguate”, ritornano nella propria quotidianità. A noi resta l’incolmabile dolore della perdita. L’ho provato sulla mia pelle. Posso sbagliarmi, ma sono tutto troppo occupati e preoccupati della propria vita.
Ancora una volta hai trovato il modo di farmi riflettere su molte cose che riguardano l'animo umano. Quanto mi riconosco in quella paura di non fare la cosa giusta nella situazione che stai vivendo, finendo per non fare nulla.
è un problema comune, io mica ne sono/ero indenne.
E per quanto ti riguarda... non c'è bisogno che ti dica ancora come la penso nei tuoi confronti ❤️
La verità è che la vita è sconvolta da chi il lutto lo ha nelle vene, nel cuore e negli occhi che ogni mattina si aprono ad un nuovo giorno.
Verità
Quante verità! Il non sapere cosa fare, cosa dire! La voglia di poter aiutare in qualche modo, ma la paura di essere invadenti! L'incapacità di capire un dolore così grande!