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Sai che a me quando le persone mi parlano di separazioni e divorzi paragonandoli - implicitamente o esplicitamente - a un lutto io penso: da un certo punto di vista, meglio un lutto? Cioè, non sto qui a fare la graduatoria del dolore. Ma in un certo senso a me sapere che Federico non mi ha lasciato per sua scelta mi aiuta. Ok, forse sono andata fuori tema e sono anche - probabilmente, come sempre - troppo cruda e diretta. Ma l'abbiamo capito che io sono una fan delle parole anche crude e dirette per parlare delle cose. <3

Gran servizio, "Does the Dog Die". Sono interessantissime anche le categorie di trigger (ok, io sono una che non si triggera facilmente e tutto sommato anche abbastanza cinica). Comunque, ci sarebbe da fare uno studio sociologico (https://www.doesthedogdie.com/categories). Alla prossima newsletter, Davide.

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Ciao Elena, sul primo punto... entriamo in un campo difficile. A volte l'ho pensato e penso anche io, altre volte sa proprio di ingiustizia. Oggi penso davvero che ciascuno lotta con le sue sfide.

Sul secondo punto è una roba allucinante e che davvero dovrebbe essere esplorata. Ieri per cercare materiale originale guardavo change.org e anche lì ti rendi conto di come ci siano persone che "soffrono" e "lottano" per cose che non ti aspetteresti. E spesso stride come convivano tragedie e "capricci"...

A presto

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Già. E poi penso: ma chi sono io per giudicare cosa è una tragedia e cosa un capriccio? E poi mi viene su il nervoso perché - come ho scritto - a furia di proteggerci e autoproteggerci da cose che fanno parte della vita, come la morte, la sofferenza e il dolore, forse perdiamo la capacità di gestirli. Mah. Tanti dubbi, e forse non è un male. :)

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