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May 29, 2023·edited May 29, 2023Liked by Davide Cardile

Non ci sono parole, ed hai ragione, si rimane senza fiato. Ma ricordo bene le parole di mio padre in quel periodo, quando qualcuno gli chiedeva come va. Cazzo come volevi che andasse. Ma lui diceva sempre "si tira avanti". E questo nel tempo è diventato il mio mantra, un pò tipo "non mollare mai". E' questo che ti fa andare avanti, perchè la vita prosegue per chi rimane. E bisogna fare il possibile per farla diventare la migliore possibile, nonostante tutto.

Mi ricordo quell'anno, purtroppo ancora molto bene, era il 1986, avevo 10 anni. Mia sorella 16.

Forse è un mix di immagini del periodo, ma ricordo di aver visto l'incidente dello Space Shuttle Challenger in camera dei miei, dove a letto c'era mamma. In un televisore portatile rosso, in bianco e nero. Di giorno, perchè stava già male. Poi a marzo, il 24 se ne è andata. Aveva 41 anni. I pochi ricordi sono anche loro in bianco e nero. Perchè la memoria di un bambino, contrariamente ai grandi, riesce ad essere selettiva. Certo, ricordo benissimo quando mi è stato detto che non c'era più, le persone con cui ero, il funerale, ma poi il resto si fa ovattato, come dopo che piangi molto.

Ma la vita di tutti i giorni, appena riprende dopo la momentanea sospensione, aiuta non a pensarci, a mettere da parte i dolorosi ricordi, quello che sarebbe potuto essere la normalità. E si riparte con una nuova normalità.

Per te, per la tua vita, intendo come Davide, come uomo, non sono in grado di darti un aiuto, non ho nessuna parola che ti possa dare uno spunto da cui ripartire.

Per te invece come padre ti posso raccontare come è stato il mio di babbo. Se sono chi sono lo devo a lui. E' riuscito a non farci sentire soli, è riuscito a farci sentire una famiglia, anche in 3. Ha dedicato tutto se stesso a noi, solo dopo che siamo diventati grandi ha iniziato a riprendersi un pò di tempo per se. Ha costruito un rapporto con noi da padre, da amico, nonostante fossero anni dove i rapporti con i genitori non fossero sempre amichevoli, quantomeno rispetto ad oggi. E' stato comprensivo, quando era il caso, perchè poi la rabbia ti porta facilmente fuori dal binario, inflessibile in altre circostanze. Veniva a vedere le mie partite di calcetto fino a quando avevo quasi 40 anni, il presidente onorario della squadra. Il primo tifoso di miei figli nelle loro di parie.

Quando ho costruito la mia famiglia, era lì, c'era se avevo bisogno di aiuto, con la gestione dei miei di figli. Vicino ma mai invasivo.

Hai ragione, non è facile parlare di questo argomento. Però anche se non ti conosco, a parte il seguirti su Linkedin, le tue parole mi hanno colpito e mi hanno portato a fare questo post.

Non è facile raccontarsi, ho fatto uno sforzo enorme a scrivere. Non posso neanche immaginare il tuo. Ma nel leggere il tuo post sono tornato al 1986. Si è rimescolato tutto e posso capire cosa stanno vivendo i tuoi ragazzi.

Non mollare mai e fatti guidare dal tuo istinto. Si deve sempre "tirare avanti".

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Ho perso mia mamma 10 anni fa, quando di anni ne avevo 25,lo so rispetto ad un bambino di 10 si pensa siano nulla, si pensa che si abbia la struttura emotiva per riuscire a superare la cosa in maniera piu razionale, ma non è cosi! Lei era la mia spalla, il mio partner in crime, lei era tutto quello che avevo, e in 6 mesi lei non c'era più! Non riuscivo a digerire quelle parole di circostanza, non le comprendevo, e tante volte ho risposto con stizza, con rabbia, perché in questi casi è meglio non dire se devi dire frasi fatte, vuote, senza empatia! Rabbrividisco al solo pensiero di cime si sentono ora quelle tre creature, del dolore lacerante che sentono! Perché io lo so cosa sentono, quel dolore straziante mista alla rabbia. Rabbia verso la vita, rabbia verso Dio, rabbia verso la stessa mamma che ci ha lasciato così senza pensarw a come saremmo stati senza di lei! E sento il tuo dolore, lo sento sulla mia pelle, di dover continuare a vivere senza la parte che ti faceva vivere! Vi stringo forte e io sento di potervi dire "condoglianze", perché io partecipo al vostro dolore!

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May 27, 2023Liked by Davide Cardile

Le parole ci sono eccome, ma ho notato che chi non fa parte del club non le vuole sentire. Nel mio dolore volevo solo parlare, a casaccio, senza pudore e perché no scherzarci anche sulla morte. Ma ho notato che per molti è un tabù. Si barricano nelle frasi fatte "ti guarda da lassù", "è sempre con te" "la porti nel cuore" come per creare un' alternativa all' assenza fisica e basta lì. Perciò grazie per averle scritte le parole, perché le parole colmano vuoti. Quando ho saputo di Italia sono rimasta sconvolta, come si rimane sconvolti per le morti improvvise, ma non ho scritto nulla perché avevo capito che non era il momento adatto. Era una persona speciale e ha sparso il suo essere speciale nel mondo. Non la dimenticherò. Vi abbraccio tutti

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May 27, 2023Liked by Davide Cardile

Nei momenti di difficoltà le parole contano poco, conta chi ti sta accanto in silenzio rispettando il tuo dolore. La vicinanza vale molto di più delle parole dette per circostanza...🎈

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Jun 23, 2023Liked by Davide Cardile

Davide, ti ringrazio per trovare il tempo per la scrittura di queste

newsletter.

La morte è un tabù nella società moderna, la quale ci vuole prestanti,

sorridenti, felici, belli, la lista può continuare all'infinito.

Nelle altre culture la morte è trattata come la nostra migliore

compagna, madre e sorella. Mi viene in mente il passaggio di un libro di

Castaneda che sto leggendo adesso, dove don Juan consiglia di percepire

la morte come una presenza sulla propria spalla sinistra. Con quella

presenza ci accorgiamo quanti pensieri e preoccupazioni inutili e futili

potrebbero essere evitati, all'istante. Ci sto provando di immaginarla,

per pura curiosità, effettivamente mi aiuta ad essere meno polemica e

più compassionevole.

Penso che il fattore comune sia la paura: chi nega la morte e chi cerca

di conoscerla, ma in fondo ci sentiamo dei piccoli granelli di sabbia

davanti all'onda enorme. L'istinto di sopravvivenza direbbe di evitarla,

e non biasimo le persone che lo fanno. Come non biasimo le persone che

hanno paura di fronte al dolore degli altri.

Un anno fa, quando i miei genitori erano sotto i bombardamenti, ho

ricevuto tantissimi messaggi, anche dalle persone che non sentivo da

anni, con i contenuti simili a quelli che hai descritto. Non ci possono

credere, come stanno, mi dispiace, chi poteva immaginarlo ecc...

Ero veramente da sola con il mio dolore. Mi è rimasto impresso il mio

vicino Francesco, che si è presentato senza preavviso con una bottiglia

di vino in mano e si è autoinvitato a cena da me. Ha fatto molto di più

lui che centinaia di messaggi.

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Grazie a te Olga per il tempo e la cura nel scrivere questo commento 🙏

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May 27, 2023Liked by Davide Cardile

Ho perso mia madre dalla sera alla mattina, all'improvviso, non avevo capito niente, avevo 16 ani, non ho parlato tanto di questo, evitavo, forse ero troppo piccola io, ma allora un altro fratello più piccolo di 3 anni sicuramente aveva capito ancora meno di me, dopo anni ho saputo delle cose, che poteva salvarsi, che è stata sfortunata, perché era sola quella sera in una stanza di un ospedale, la mattina dopo doveva tornare a casa, invece no, non è tornata, aveva solo 48 anni, un marito, 5 figli...e poi un vuoto...un vuoto anche di parole, forse non parlavamo per non farci del male, forse abbiamo sbagliato...perché non è facile parlare...ci penso spesso, penso a come sarebbe stata la mia vita se lei ancora fosse con noi, forse alcune scelte non li avrei fatta, forse un padre me l'ha permesso, lei no...non saprò mai

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May 27, 2023Liked by Davide Cardile

No le parole ci sono, si mischiano le più disparate alle più incazzate, formano domande senza risposta, accompagnano il pianto, tentano di riempire il vuoto e poi diventano tenere piene d'affetto e si sovrappongono ai gesti più veri, alle carezze e agli abbracci...ci sono e descrivono lo smarrimento, l'incredulità, il non voler credere al dolore e alla realtà amara che solo chi va via potrebbe lenire e riaddolcire...caro Davide

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May 27, 2023Liked by Davide Cardile

Ci sono eccome parole da dire in queste situazioni.....è che bisogna avere la delicatezza e l intelligenza di dosarle, saperle dire, saperle interpretare, non tutti hanno questa capacità e quindi in questi casi è meglio tacere. Le parole servono, servono ad andare avanti, a darci uno schiaffone e farci svegliare dal torpore del dolore. Non tutti viviamo la perdita di chi amiamo in maniera uguale, c'è chi preferisce non parlare ed invece io condivido il tuo pensiero e cioè che c'è bisogno di parole di parole autentiche che partano dal cuore senza veli e merletti di ricamo! Le parole aiutano. Un abbraccio

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Non ci sono parole..... Ci sono Si,ma siamo abituati a nascondere la testa da un altra parte come se quel dolore, forte ed improvviso che ci toglie il fiato non riguadi noi.

Io lo conosco e se ci penso basta un secondo x riaffiorare nella mia mente giorno mese anno ora ... Tutto. A distanza di quasi 7 anni dopo aver riorganizzato la mia vita, dopo aver elaborato il lutto, dopo aver accettato quello che é successo ti posso dire che nel buoi pian piano si vede uno spiraglio di luce e i ricordi, la vita passata affianco alla persona che ami danno il conforto la forza e la determinazione di andare avanti nel cammino chiamato vita...

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C'è bisogno eccome di parlare!!! Si.

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Hai ragione. Quando diciamo che "Non ci sono parole" siamo noi a rassicurarci dietro all'idea di aver detto la cosa giusta. L'unica che riuscivamo a dire in realtà. E ci siamo convinti che fosse l'unica possibile e dunque quella giusta. Ma perchè cerchiamo le parole "giuste"? Per stare bene con noi stessi o per paura di fare male dove già c'è male? Non lo so, e ti ringrazio per avere aperto questo spazio di riflessione. Sicuramente siamo totalmente ineducati a parlare di morte, dolore, come se fossero cose lontane da noi, da evitare. E quando la vita ci spiega che non è così siamo totalmente impreparati.

**Letizia**

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