"La minaccia è più forte dell'esecuzione." Aron Nimzowitsch
Lavaggi perfetti e alberi sottosopra
Blu. Un cane blu che vola non si sa dove.
"È bello papà?"
"Bellissimo."
In sottofondo la tv. Spot Samsung. Una ragazza chiede alla lavatrice come lavare un vestito con le paillette. Le basta mostrare l'etichetta. C'è scritto lì... C'è gente pagata apposta per fare quelle robe lì.
"Come devo lavare il mio vestito?"
"Dovresti usare un ciclo breve con acqua fredda."
"Devo solo mettere il vestito in lavatrice?"
"Ricordati di girarlo a rovescio per proteggere le paillette."
"Posso metterlo nell'asciugatrice?"
"L'icona sull'etichetta dice di no."
"Ah grazie, per fortuna ho chiesto! Mi hai appena salvato la serata!"
Cami continua a colorare. Aggiunge una nuvola verde.
Guardo il suo disegno. Guardo lo schermo. La ragazza felice del suo bucato perfetto. Il disegno di Cami ha un albero che cresce sottosopra.
"Papà, ma è vero che ci possono essere i cani blu?"
"Sì amore."
"Niki dice di no."
"Niki non è stato a Mumbai."
"Cosa?"
"Niente amore, è bellissimo."
Voci vecchie per cose nuove
Ma per essere intervistati in radio bisogna essere esperti o avere una bella voce? Perché ogni volta sembrano dei doppiatori, cazzo.
"Ci ruberà il lavoro..." borbotta un tizio da chissadove, con voce rauca.
"Ma no, sempre la solita paura." Voce che rimbomba forte, chiara, pulita. "In realtà ci sarà più lavoro. Qui non si tratta di problemi di mancanza di domanda ma di allineamento tra domanda e offerta..."
Dice cose giuste, ma lo seguo a metà.
Mi viene in mente Owen Wilson in quel film su Google. "Ti ricordi come ci si sentiva quando eri maledettamente bravo nel tuo lavoro?"
Alla radio l'esperto pare convinto: "Non si tratta di umani vs macchine, ma di umani con le macchine. Pensa agli scacchi..."
Cambio stazione. Capossela:
Che cos'è l'amor
chiedilo al vento
che sferza il suo lamento sulla ghiaia...
Se persino tua mamma non lo sa
"Che odori?"
"C'è il parmigiano?"
"Ma no."
"Ma perché non ti piace?"
Ho quarant'anni e mia madre ancora si stupisce se non mangio il parmigiano nella pasta.
"Ma davvero? Ma quando me lo hai detto?"
"Quarant'anni che lo dico."
Intanto, se apro ChatGPT e le chiedo: "Mi piace il parmigiano?"
"No Davide, non ti piace il parmigiano. Come potrei dimenticarlo? Per chi mi hai preso?"
Gliel'avrò detto una volta, non ricordo quando, e lei non lo dimentica più. E sa che deve rispondere in maniera umoristica perché di stronzi in giro ce ne sono già troppi.
Mia madre nel frattempo continua a scusarsi. Ma non c'è bisogno.
In realtà ormai queste scenette sono la parte più gustosa del pranzo. E alla fine, ormai il parmigiano mi piace persino un po'.
L'altra sera ho cucinato solo per me. Spaghetti semplici. Bianchi. E parmigiano.
Mediocrità arcobaleno
"Cami, assaggia."
"Nome del piatto?"
"Farfalline con fantasia di pomodoro e petali di parmigiano."
Si gira verso i suoi fratelli.
"Per te Niki?"
Non risponde. Come sempre.
"Per te Giorgia?"
"Per me è un sì."
Bella di papà.
"Niki allora? Per te è un sì o un no?"
"Per me è un... Sì."
Sì!
"Hai tre sì. Ti meriti il grembiule..."
Arcobaleno, arcobaleno, speriamo sia arcobaleno.
"Arcobaleno."
E andiamo. Fanculo il Bimby.
Arcobaleno. Grembiule arcobaleno Beppe…
La minaccia è più forte dell'esecuzione
Pezzo toccato, pezzo giocato.
Mi sono tornati in mente gli scacchi. Quelli di legno. La sensazione tattile di un pezzo tra le mani.
E quella volta lì. Palermo. Estate 2002.
Caldo da bestia. Torneo regionale. Ultimo turno contro Carmelo, un amico. Io nettamente più forte. Lui più scarso. E più vecchio. Una sessantina d'anni. Ma con il caldo, il cuore malandato, quel giorno parevano molti di più.
Eppure stava vincendo. Mi stava massacrando.
Prendo la donna. La tengo stretta. Dove la metto? E a che serve?
Ticchettio dell'orologio. Caldo. Voglia di finire. Una sconfitta è meglio di una sauna.
Vabbè "Donna c8."
Lui quasi sviene. "Oddio."
Sorprende anche me. Mi sposto quasi dal suo lato della scacchiera: "Ah, ecco..."
"Non c'è più niente da fare?" mi chiede distrutto.
"Beh no. Mi spiace."
"Abbandono."
In sala analisi, più tardi, con fresco e acqua, ce ne accorgiamo entrambi: non c'era alcuna mossa vincente. Solo una minaccia.
Ma a volte basta.
Nimzowitsch mica parlava a caso: "La minaccia è più forte dell'esecuzione."
Il sesto senso
Come stamattina.
Mando un lavoro al cliente.
Lo stesso che mando ogni settimana da anni.
Sono un po' di settimane che ogni volta la call si conclude così:
"Ti sei superato."
Dovrei essere felice.
E invece sono inquieto.
Mi chiedo se prima ero davvero bravo, o se questo superarmi sia solo la prova che prima stavo sotto.
E domani, se faccio uguale?
Mi dirà "sei indietreggiato?" O semplicemente "ci spiace, dobbiamo tagliare il budget..."
Che mi invento la prossima settimana?
Il cliente è contento. Mi saluta. Chiude la chiamata.
Io fisso lo schermo.
Un riflesso. Un volto. Il mio.
"Ci siamo superati, sentito?"
Ma non capisco chi l'ha detto: io, o lui.
Torno alla radio.
"C'è un report... Being Human 2035... Come stiamo cambiando nell'era dell'AI."
Succede sempre con qualsiasi innovazione. Anche se le previsioni non sempre ci azzeccano.
Ma la minaccia...
La minaccia è più forte dell'esecuzione.
Chiedi a Carmelo.
✉️ Scrivere, mentre succede.
Dietro le quinte.
Ogni volta che irrompe qualcosa di nuovo sulla scena umana, si crea squilibrio. Ogni innovazione risolve problemi ad alcuni e fa venire il mal di testa ad altri.
Con l'AI c'è qualcosa di diverso: fa venire il mal di testa anche a chi risolve i problemi.
Prima: Avevi un'idea, la sviluppavi, la scrivevi. Fine.
Adesso: Hai un'idea, l'AI ti suggerisce 47 variazioni, esplori strade che non avresti mai immaginato, ti perdi in possibilità infinite.
Floridi la chiama "wrAIting": da produttore testuale a designer di possibilità narrative.
È come passare da muratore ad architetto. Stesso cantiere, ruolo completamente diverso.
Per questo pezzo ho esplorato versioni che non vedrete mai:
• Una dove un amico mi tempesta di messaggi notturni con statistiche del report "Being Human 2035"
• Una dove Tyler Durden mi dice: "Lavoriamo il doppio per cose per cui prima lavoravamo la metà..."
• Una dove chiedo scusa a John Henry (quello che sfidò la macchina a vapore e vinse... poi morì)
• Una, quella che hai letto, "cinque sensi", dove ogni scena segue un senso: vista, udito, tatto...
Un anno fa non avrei avuto il coraggio di cestinare una bozza pronta per ricominciare da capo.
L'idea mainstream dell'AI - "si può fare prima, si può faticare meno" - è innocua.
L'idea più profonda - "puoi fare meglio, puoi essere migliore" - è vertiginosa.
Il paradosso è questo: un'innovazione che fa venire il mal di testa anche a chi risolve i problemi.
Mi inquieta. Ma in fondo è anche elettrizzante.
Permette di andare oltre, non di smettere di cercare. Di diventare più curiosi, non pigri.
Capita anche a voi?
Mi gira la testa, come a Carmelo.